l’anestesia in persona ( h.miller)

“in un carcere clausen s’innamorò di una donna. reclusa pure lei. non potevano mai parlarsi, mai sfiorarsi neppure le punte delle dita. ogni tanto si cambiavano un biglietto di contrabbando. continuò così per cinque anni. la donna aveva ucciso i suoi figli con una scure: era questo il suo delitto. era una bella donna, con un’ANIMA. non era stata lei a trucidare il bambino, ma la lama affilata dell’ascia. ogni tanto i loro occhi s’incontravano, da lontano. notte e giorno, un mese dopo l’altro, un anno dopo l’altro i loro occhi continuarono ad incontrarsi a dispetto di ogni barriera. i loro occhi misero lingue, labbra, orecchi: specchiavano ogni pensiero, ogni impulso. che feroce, disperata, tormentosa agonia può essere l’amore in smili circostanze. l’amore disincarnato che vaga per il mondo a suo piacere, che arriva libero, libero come il pazzo… due assassini che si amano con gli occhi fino a morire. non è questa la più raffinata tortura che potete immaginare? in un punto del vuoto sotto il cileo incerato teso dall’infinito all’infinito, da qualche parte, c’è una coppia esatta d’insaziabile amore. e da qualche parte, appeso a testa in giù, c’è l’inventore dell’insaziabile amore, angleico mostro per il quale crimine è parola sconosciuta.”

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